Le Oblate di Nazareth sono un Istituto religioso, relativamente recente, e il loro carisma può essere sintetizzato in questo modo:

  1. vivere come a Nazareth in spirito di continua unione con Dio;
  2. camminare quotidianamente nell’accoglienza del prossimo e nella fatica del lavoro;
  3. crescere di giorno in giorno nell’obbedienza e nella pace, con l’aiuto della preghiera.
Oblata di Nazareth in preghiera.

Oblata di Nazareth in preghiera.

Il giorno 8 Dicembre 1953 è stata eretta, con decreto, da mons. Alberico Semeraro, nel VI anno del suo Episcopato, la “Pia Unione Oblate di Nazareth”.

L’Istituto Religioso è stato fondato il 2 Luglio 1956 da mons. Alberico Semeraro, data in cui le prime giovani furono ammesse alla professione religiosa.

Il 7 Ottobre 1974 è stato emesso il decreto di diritto diocesano dell’Istituto Religioso “Oblate di Nazareth”.

Il 1° Maggio 1984 la Congregazione per i Religiosi e gli Istituti Secolari lo ha riconosciuto come Istituto di diritto pontificio e il 7 Ottobre 1987 ne ha approvato le Costituzioni.

Nel 1989 con decreto del Capo dello Stato Italiano, l’Istituto ha acquistato la personalità giuridica.

Il carisma di fondazione delle Oblate di Nazareth è quello di collaborare, nella Chiesa, all’opera redentrice di Cristo, rimanendo sempre intimamente unite a Lui come strumenti vivi e docili del suo Divino Amore. Sono quindi chiamate a vivere la propria oblazione al Signore nel silenzio e nel raccoglimento, pregando e lavorando, anche in umili cose, ad imitazione di Maria Santissima nello spirito della sacra Famiglia di Nazareth.

Secondo la mente del Fondatore, l’Istituto può assumersi attività adatte ad anime consacrate e richieste dai bisogni della Chiesa, in paesi cristiani od in luoghi di missione, sempre nell’ambito delle proprie possibilità. Particolare e privilegiata attenzione viene data alla educazione della infanzia e della gioventù, come alla cura degli anziani, oltre che ad attività pastorali, apostoliche e sociali.

Lo stemma delle Oblate di Nazareth

Stemma delle Oblate di Nazareth

Stemma delle Oblate di Nazareth

Lo stemma delle Oblate di Nazareth riassume simbolicamente lo spirito che dà vita al loro Istituto. La Casa di Nazareth, raffigurata in alto, è animata ed illuminata da una lampada ardente, il cui olio è espresso da due caratteristiche parole di Maria poste alla base dello stemma:

“ECCE”: “Sono l’ancella del Signore”

“FIAT”: “Norma della mia vita è la parola di Dio”

Stralci dalle Costituzioni

Il nostro Istituto “Oblate di Nazareth”, per un imperscrutabile disegno della Divina Provvidenza, fu fondato da Monsignor Alberico Semeraro, Vescovo di Oria: fu approvato e dichiarato di diritto pontificio dal Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, con Decreto della Sacra Congregazione per i Religiosi e gli Istituti Secolari, in data 1° maggio 1984. (Costituzioni 1, 1)

Nostro fondamentale carisma deve essere la intima unione con Cristo presente in noi, presenza che ci impegna a realizzarci progressivamente come vivi e docili strumenti del Suo amore, nei diversi campi di attività, nei quali, di tempo in tempo, siamo chiamate ad operare. Perciò il pensiero del nostro Fondatore si orientò fin dagli inizi verso l’umile Famiglia di Nazareth, cui volle collegare ed affidare la nascente famiglia religiosa. (Costituzioni, 1, 2)

Le vostre attività appaiono vostre, ma sono Sue, perché Gesù vuole agire nascosto e dimorante in noi, come in docili suoi strumenti. Gesù vuole esercitare, nascosto in voi, quelle funzioni e quelle attività che Egli vi chiederà attraverso l’obbedienza, mentre vuole che, chi vi avvicina, trovi in voi i sentimenti che sono quelli di Cristo tradotti in azioni ed espressioni che siano degne di Lui. È dovere di ciascuna Oblata, ma in particolare di quante esercitano una responsabilità tra le sorelle, risvegliare nelle Comunità la certezza della fede, che deve guidarle. (Costituzioni 7, 7)

Le Oblate, come membra di Cristo si aiutino a vicenda, nel rispetto scambievole portando le une i pesi delle altre, in modo che la Comunità, come una vera famiglia, unita nel nome del Signore, goda della Sua presenza. (Costituzioni, 8, 1)

Il segno dell’autenticità della carità fraterna si riscontra nella lieta semplicità con la quale si cerca di comprendere ciò che sta a cuore a ciascuno. (Costituzioni, 8, 3)

Attraverso una solida educazione religiosa e morale, divenire “fermento di salvezza” delle comunità umane. (Costituzioni, 16, 1)

La vitalità dell’Istituto dipende in massima parte dalla formazione dei suoi membri. Affinché la formazione sia autentica, deve essere integrale, cioè religiosa ed apostolica, dottrinale e pratica nello stesso tempo. (Costituzioni, 17, 1)

Lo studio appassionato delle Costituzioni, porti anche voi, Oblate di Nazareth, alle stesse conclusioni:
-con Maria conservate nel cuore tutto quanto esse vi insegnano;
-con Gesù allenatevi a vivere nella più generosa obbedienza e crescete, come in età, così nell’approfondita conoscenza e nel fervore di vita.
Questa progressiva trasformazione del vostro spirito e delle vostre abitudini, deve arrivare al punto che chi tratta con voi assapori sempre più l’amabile atmosfera della Casa di Nazareth.
Ogni Oblata consideri quindi le Costituzioni come un invito particolare che Gesù continuamente le rivolge, perché in ogni tempo ed in ogni situazione essa si regoli in modo da accontentarlo ed assecondarlo in pieno.
(Dagli scritti del Fondatore delle Oblate, S.E. Mons. A. Semeraro, Vescovo Emerito di Oria)

costituzioni_oblate_nazareth

Il Segretario della Sacra Congregazione per i Religiosi e gli Istituti Secolari, Mons. Vincenzo Fagiolo, consegna alla Madre Generale M. Filomena Gallo, il testo delle Costituzioni, approvate il 7 Ottobre 1987.

Donne chiamate a servire la Chiesa

Sin dagli inizi l’Istituto Religioso delle Oblate di Nazareth si pone come un’opera di donne consapevoli e coraggiose che vogliono servire con umanità la Chiesa… “in maniera complementare”, da donne.

Così descrive l’avvio interiore della sua iniziativa il Fondatore: “Pregando e meditando tante volte nella Cappellina dell’Episcopio di Oria dinanzi all’immagine della Madonna della Fiducia, tanto amata e venerata sin dagli anni di formazione nel Seminario Maggiore di Roma, ho avuto la feconda ispirazione di dar vita ad un Istituto Religioso femminile che potesse supplire alle carenze di servizio pratico e alle impellenti necessità in cui era venuta a trovarsi la Chiesa locale.

Nacquero così le Oblate di Nazareth.

Alla Madonna della Fiducia affido e consacro questo Istituto, perché viva e cresca nello spirito di Nazareth, che è caratterizzato dall’impegno costante: vivere ed agire in intima unione a Cristo, anche nelle più umili mansioni, come Maria di Nazareth”.

E così continua nel tempo a chiarire la sua intenzione, senza pusillanimità: “Affiancare all’attività del Clero, in forma secondaria ma complementare, quella di anime femminili, che, in spirito di consacrazione, ne integrassero l’opera, dove potesse essere utile, anche con umili servizi, come Maria di Nazareth e le pie donne che con Maria seguivano Gesù”.

“Le Oblate di Nazareth intendono vivere e diffondere intorno questa missione soave della donna e della madre, perché ogni Casa possa ritrovare la dolcezza serena di quella di Nazareth. Ogni casa è infatti più bella e più serena con la bellezza della piccole cose, con il calore e la perfezione delle umili faccende”.

“Le Oblate di Nazareth si sono votate a vivere e a formare la gioventù a questa missione soave e materna della donna. L’ordine e l’arredamento della casa e della persona, le attività  di cucina, le faccende domestiche curate con senso d’amore e di arte, la dolcezza e la comprensione nei rapporti umani, sono le attività a cui esse si dedicano a bene di tutti”.

“Maria, a Nazareth, con i piccoli e umili servizi di casa sapeva ed intendeva collaborare nel miglior modo alla grande opera di redenzione del Figlio Suo, la affrettava con la sua preghiera e con i suoi quotidiani sacrifici, mentre con la sua mente contemplava con infinita ammirazione e giubilo la misericordia di Dio che ama servirsi di cose piccole per compiere cose grandi.”

(Dal 1° Regolamento delle Oblate di mons. Alberico Semeraro Vescovo di Oria)

Il cammino di Consacrazione

Il cammino di Consacrazione delle Oblate viene così illuminato dalle parole del Fondatore:

“Nel linguaggio liturgico si chiamano Oblate il pane  ed il vino che si offrono a Dio perché le trasformi in Corpo e Sangue di Cristo, vivo e datore di vita, per chi se ne nutre.

Parimenti voi siete Oblate in quanto, pur potendo servirvi di voi stesse e delle vostre forze per progetti vostri, anche buoni ma sempre vostri, vi siete invece irrevocabilmente donate a Cristo, perché, chi vi avvicina, trovi, sotto le vostre apparenze, Cristo vivo con i suoi pensieri, i suoi sentimenti, la sua obbedienza, il suo amore.

Questa consacrazione come Oblate, però, non si realizza in un istante come per il pane e il vino nella Messa, ma progressivamente nel tempo, per poter arrivare a dire come S. Paolo apostolo: Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me  (Gal. 2, 20)”.

La spiritualità delle Oblate

La spiritualità delle Oblate viene così cesellata dalle parole del Fondatore, che si richiama nei suoi scritti a due luoghi particolari: Nazareth e Betania.

“L’Oblata di Nazareth è chiamata per divina vocazione e libera scelta a imitare i 3 grandi personaggi di Nazareth, per vivere profondamente e amorosamente la propria consacrazione, nella gioia e nella carità, a servizio del prossimo e delle umane esigenze.

Da Gesù, nel concreto quotidiano, l’Oblata impara il nascondimento e l’obbedienza incondizionata al Padre celeste e a quanti ce lo rappresentano in questa vita.

Da Maria impara il docile ascolto della Divina Parola, la Comunione di vita con Gesù, la preghiera incessante, l’umiltà.

Da Giuseppe impara il silenzio, la laboriosità, l’adesione grata e fedele ad ogni cenno del Divino Volere.

A Nazareth, a Betlemme, in Egitto, a Gerusalemme e dovunque, Giuseppe, Maria e Gesù incontrarono sempre lavoro, contrarietà, sacrifici oltre misura, ma la fiducia totale in Dio e l’amore, la comprensione e la rispettosa cura che ognuno di essi aveva per gli altri, rendeva sempre più serena la comunione di vita tra loro e con chiunque. Ciò avveniva perché nessuna di quelle tre Persone pensava a se stessa, ai propri diritti, ai propri meriti, ai propri sacrifici, ma ciascuna di esse intendeva sempre essere strumento del Divino Amore verso qualunque persona incontrassero.

A Betania Gesù volle darci una chiarissima istruzione sul valore assai diverso di due differenti attività, entrambe però necessarie. Là, Marta attendeva alle molteplici faccende domestiche per fare buona accoglienza a Cristo, loro ospite, mentre Maria era tutta impegnata nell’amorevole ed esclusiva attenzione alle parole del Maestro.

Così, a Villa Betania, come in ciascuna altra nostra Casa, ognuna di voi, dilette Oblate di Nazareth, è chiamata ad esercitare l’una e l’altra funzione. Ognuna deve imparare a realizzare, nella vita di ogni giorno, la missione di Marta e quella di Maria, cioè l’azione e la contemplazione, nelle varie forme di Apostolato e di servizio che nel tempo la Celeste Provvidenza vorrà affidarvi”.