In memoria di S. E. Mons. Alberico Semeraro

Non potrò mai dimenticare quel 21 novembre 1973. Non solo perché fu in quel giorno, memoria liturgica della Presentazione di Maria SS. al Tempio, che fui nominato Vescovo titolare di Tulana e Ausiliare del Vescovo di Oria; ma anche perché S.E. Rev.ma Mons. Alberico Semeraro, con un tratto squisito della sua caratteristica signorilità, volle venire subito nella Chiesa Parrocchiale di S. Rosa gremita di fedeli, per darmi pubblicamente il suo affettuoso saluto e il gradimento per la mia nomina a suo Ausiliare.

Mi conquistò subito il suo volto sereno, sorridente, accogliente. Mi commosse l’invito a incontrarmi con lui e con il Clero di Oria in occasione del ritiro spirituale appena qualche giorno dopo. Cosa che feci ben volentieri. Nel lungo colloquio fui colpito dalla sua viva preoccupazione di mettermi direttamente a conoscenza della vita della Diocesi e dalla sua sollecitazione a dare inizio al più presto alla mia collaborazione col suo ministero di pastore. E anche per questo anticipai la data dell’Ordinazione.

Sento ancora il calore delle sue mani, impostemi insieme con gli altri Vescovi presenti il giorno della Ordinazione episcopale, il 27 dicembre 1973, nella Cattedrale di Lecce.

In quel gesto mi parve di cogliere non solo il segno sacramentale della successione apostolica che mi legava direttamente a lui, ma anche un segno quasi paterno di accoglienza e di benevolenza all’inizio del nuovo cammino episcopale accanto a lui.

E stando accanto a lui, ne ho potuto ammirare la profonda pietà, la solidità della dottrina, la ricchezza dell’esperienza umana e pastorale, l’umiltà del cuore, segno di autentica grandezza, e soprattutto la capacità di affrontare le non poche sofferenze fisiche e morali con il totale e fiducioso abbandono nelle mani del Signore.

Con la semplicità di chi attribuisce ogni merito a Dio e solo a Lui dà l’onore e la gloria, mi raccontava -durante le conversazioni familiari della mensa comune- le avventure culturali degli anni del Seminario, le imprese sacerdotali nella Parrocchia del Carmine a Taranto, soprattutto nelle tristi vicende della guerra e dell’immediato dopoguerra, le esperienze pastorali di Vescovo, che lo videro impegnato non solo a Oria ma anche in altre diocesi, per le Settimane Sociali dei cattolici italiani delle quali fu uno dei coraggiosi pionieri e dei lungimiranti promotori.

Succedutogli nel governo pastorale della diocesi di Oria, l’ho sentito spiritualmente vicino, anche quando la volontà del Signore mi ha chiamato a servire altre diocesi.

Ma anche da lontano, ogni qualvolta avevo la possibilità di andarlo a trovare, era una festa reciproca. E mai potrò dimenticare le manifestazioni della sua gioia, veramente paterna, nell’accogliermi come Cardinale di Santa Romana Chiesa. Lui, che tante volte mi aveva parlato di Cardinali, suoi alunni o suoi compagni di Seminario, esprimeva la soddisfazione di annoverare fra questi anche il suo successore.

Ora che dorme il sonno della morte nell’attesa della Risurrezione, mi faccio un dovere di andarlo a incontrare spiritualmente nella preghiera, ogni anno, davanti alla sua tomba, certo che il legame inscindibile della successione apostolica non può essere infranto dalla morte, ma diventa garanzia di preghiera e di intercessione presso il Pastore dei pastori in sostegno delle gravi responsabilità pastorali del mio attuale ministero nell’amatissima Chiesa Palermitana.

Soprattutto per questo, nel Centenario della sua nascita, che coincide con il mio cinquantesimo anniversario di Sacerdozio e trentesimo di Episcopato, unendomi alle Suore Oblate di Nazareth e a quanti lo hanno conosciuto e amato, ripeto a Mons. Alberico Semeraro il grazie nel ricordo perenne, nella devozione sincera, nella preghiera del cuore.

+ Salvatore Card. De Giorgi – Arcivescovo Metropolita di Palermo