“San Giuseppe, attento e fedele Custode della S. Famiglia guarda, custodisci e proteggi queste Oblate che desiderano vivere, testimoniare e rinnovare il silenzioso, attivo, fervido clima di amore della Casa di Nazareth”

Missione della donna

“Le Oblate di Nazareth intendono vivere e diffondere intorno questa missione soave della donna e della madre, perché ogni Casa possa ritrovare la dolcezza serena di quella di Nazareth. Ogni casa è infatti più bella e più serena con la bellezza della piccole cose, con il calore e la perfezione delle umili faccende.”         “L’ordine e l’arredamento della casa e della persona, le attività di cucina, le faccende domestiche curate con senso d’amore e di arte, la dolcezza e la comprensione nei rapporti umani, sono le attività a cui esse si dedicano a bene di tutti”.

“Maria SS.ma era destinata ad essere Madre, non di pochi figli nati da Lei, ma madre di molti figli, anche indegni peccatori, e perciò non doveva contentarsi delle inclinazioni naturali di una buona madre ordinaria, ma doveva essere Piena di Grazia ed intimamente unita a Gesù, con un superiore spirito di fede. Perciò Elisabetta poté dirle: Beata Te che hai creduto che si realizzeranno le cose che ti sono state dette! Noi però, non siamo nati pieni di grazia, ma essendo stati chiamati dal Signore a diventare suoi collaboratori con la nostra vita consacrata, dobbiamo allenarci a vivere in un grado superiore di fede… e a lasciarci aiutare da Dio…”

Come Maria, Vergine e Madre

Nel pensiero del Fondatore l’Istituto religioso delle Oblate doveva “vivere e crescere nello Spirito di Nazareth e caratterizzarsi per l’impegno costante a vivere e agire in intima unione con Cristo, anche nelle più umili mansioni, come Maria di Nazareth. Questo era il lavoro domestico di Maria di Nazareth: Sono la serva del Signore, avvenga di me ciò che hai detto.

Ora si sa che Nazareth è il luogo del lavoro nascosto, dell’oscurità, del servizio umile, ma è anche la casa dove Maria attende nel suo seno la Nascita di Gesù, in cui Giuseppe si sottomette al mistero della Volontà di Dio, in cui Gesù, figlio di Dio, realizza la Sua prossimità mirabile all’umanità e prepara la Sua manifestazione.

E il Fondatore, precisa e prescrive:

“La vita umile, amorosa e sempre attiva di Maria SS.ma, Madre di Gesù e sua fedelissima discepola, sia la guida pratica del tuo comportamento in tutti i momenti della tua vita. Anche per te, umile Oblata di Nazareth, sia Maria la Madre, la Maestra e il Modello”.

“Maria, a Nazareth, con i piccoli e umili servizi di casa sapeva ed intendeva collaborare nel miglior modo alla grande opera di redenzione del Figlio Suo, la affrettava con la sua preghiera e con i suoi quotidiani sacrifici, mentre con la sua mente contemplava con infinita ammirazione e giubilo la misericordia di Dio che ama servirsi di cose piccole per compiere cose grandi.”

Il nostro silenzio

“Scopo della nostra vita consacrata come Oblate di Nazareth è principalmente quello di vivere ed agire come strumento vivo di Gesù che dimora in noi e vuol agire servendosi delle nostre membra messe ad esclusivo servizio del Suo Amore, sia quando rivolge al Padre la sua preghiera sia quando vuol servire ad aiutare le persone del nostro prossimo. Perciò, il nostro silenzio, prima di essere un mezzo di mortificazione, è lo stato di attenzione amorosa a ciò che Egli desidera e di colloquio intimo con Lui per regolarci sempre secondo i suoi progetti di amore Misericordioso verso quelli con cui trattiamo. Così eviteremo più facilmente i discorsi frivoli o di mormorazione, e aiuteremo gli altri con lo stesso amore.

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Oblata di Nazareth in silenzio orante.

Il sacrificio di evitare le parole non gradite a Lui onorerà il Suo silenzio di fronte a Erode e quello di Maria ai piedi della Croce.

Tale silenzio sarà perciò anche partecipazione alla Sua Passione, autodominio personale ed aiuto efficace alla nostra unione con Lui e con Maria, facilitando la nostra vita di preghiera in un mondo che non prega.

Questo silenzio personale sarà di richiamo e di aiuto amorevole anche per le Consorelle, specie nei tempi e nei luoghi dove esso è prescritto, mentre ci aiuterà a rendere più efficaci le buone parole e gli eventuali richiami che dovremo rivolgere agli assistiti delle nostre Case per gli anziani e per i bambini, che vivono giorno e notte nelle nostre case. Sarà più facile osservare il silenzio, se si stabiliranno orari fissi anche per la necessaria ricreazione”.

La fedeltà a Dio è nel quotidiano

Il sicuro progresso della vostra vita
consiste nella crescente adesione a Dio,
con filiale e fiducioso abbandono
al Divino Amore ed alla sua volontà.
Dio solo conosce, per ogni momento,
quale è il vostro vero bene;
ma questo vero bene ve lo fa conquistare
principalmente attraverso due vie:
l’obbedienza, sempre con piena fiducia in Lui,
e l’accettare con amore le croci quotidiane.
A tutto questo non si arriva
se non con l’attenta e perseverante preghiera
e con la continua unione a Dio,
presente in voi,
unione che fa diventare preghiera
anche tutte le attività
del vostro vissuto quotidiano.
La preghiera sarà molto facile e fruttuosa
se vi manterrete sotto lo sguardo di Maria
e pregherete secondo le sue intenzioni,
nelle quali c’è il massimo del vostro vero bene
ed il superamento di tutti gli inevitabili ostacoli.
In questa fiduciosa intesa, vi benedico di gran cuore.

Lettera alle Oblate

Care figliole,

siete sorte per far fronte alle impellenti necessità insorgenti nella vita di una Chiesa locale in un certo tempo.

La vostra generosa disponibilità, la vostra apertura, pur nella povertà numerica, alle diverse forme di apostolato che man mano, nell’arco di questi trenta anni, si sono dovute affrontare, è stata esemplare.

Ciò che vi ha sorretto ed incoraggiato, in questi duri anni, ad andare innanzi, sono state le vostre giovani forze ed un vivo senso di generosa donazione, di fede e di speranza fiduciosa.

Desidero però che abbiate ben chiaro nella mente e nel cuore che il vostro carisma particolare e principale non è quello di queste specifiche e grandiose attività che sono proprie di altre Congregazioni, le quali già svolgono nella S. Chiesa in larga misura. Tali attività dovete bensì essere pronte ad accettarle quando l’obbedienza ve le affida, così come dovete essere altrettanto pronte a lasciarle, senza rimpianti, quando la stessa obbedienza ve lo chiede.

Ma qualunque sia il genere di attività che dovete svolgere, lo spirito che deve animarvi è sempre quello che Maria SS.ma proclamò per se stessa quando all’Angelo che le esponeva i voleri di Dio, essa dichiarò: “Sono l’ancella del Signore, si faccia di me quello che mi dici”.

E pur sapendo di essere diventata la Madre del Figlio di Dio, essa continuò la sua vita umile, semplice e laboriosa, nella piccola casa di Nazareth e dovunque.

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Oblate di Nazareth in servizio in cucina.

La continua presenza di Gesù in voi, che l’Eucaristia vi ricorda e vi ravviva ogni giorno, e l’impegno di fare ogni momento ciò che Egli vi chiede attraverso l’obbedienza, è solo questo che vi costituisce Oblate di Nazareth.

Orientate quindi tutta la vostra vita al significato del vostro nome:

-“Oblate”, cioè, totalmente donate al Signore, con l’impegno fondamentale di vivere ed agire nel silenzio e nel nascondimento;

-“di Nazareth”, operando in umili servizi con lo spirito e con il cuore di Maria che canta al suo Signore.

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Suorq Oblata di Nazareth mentre suona e canta durante un incontro di preghiera.

È questo l’obiettivo sul quale dovete orientare l’impegno vostro personale e comunitario.

È sulla qualità, sulla formazione, sulla incarnazione, in voi, di questo spirito, che bisogna camminare insieme, con coraggio e con fiduciosa speranza, senza lasciarvi scoraggiare dalla pochezza di forze e dalla povertà numerica.

Gesù ha detto: “Voi siete il sale della terra”, e di sale ne basta un pizzico nella minestra, ma purché sia veramente sale.

È solo tenendo lo sguardo dell’anima vostra sempre rivolto a Maria, Specchio della Santità di Dio, che vi realizzerete come vere Oblate di Nazareth, mentre appunto in tale fiduciosa attesa vi riconosco come mie spirituali figliole e vi benedico di gran cuore.

15 novembre 1980

+ Alberico Semeraro